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Bombardamenti aerei su Padova
Le note che seguono sono state tratte da un opuscolo curato dal sig. Sergio Nave e distribuito a cura dell' Assessorato alle Politiche Scolastiche e alle Politiche Giovanili del Comune di Padova.
Da un diario manoscritto, la cronaca di alcuni dei bombardamenti aerei pesanti subiti dalla Città di Padova e da località della Provincia.
I morti civili delle incursioni aeree sono stati circa 2000 nella città e periferia.
Con l'intera Provincia i caduti civili sono stati circa 2500.
Memoria (di Edoardo Pittalis)
Nelle scuole padovane circolava un foglietto:
"Ave Maria, gratia plena,
fa che non suoni più la sirena,
che non vengano più gli aeroplani,
fammi dormire fino a domani"
ma era difficile dormire quell'inverno 1943 a Padova. L'inferno, per Padova, ebbe inizio in un soleggiato giovedì di Dicembre 1943 alle ore 13.05.
Decine di incursioni, i bombardieri scaricavano tonnellate di bombe: sulle case, sulle stazioni, sui mercati, sopra le scuole, sopra gli ospedali. Colpivano i vagoni affollati di pendolari. Saltarono in aria anche i sepolcri dei Caduti della Grande Guerra nel Tempio della Pace e per giorni le ossa e i resti di quei poveri fanti rimasero sparsi.
I sistemi di allarme erano scarsi, la contraerea inesistente. La gente impazziva, riconosceva il rombo degli aerei nemici, tentava di salvarsi in rifugi che spesso si rivelavano trappole di cartapesta.
Se ne andarono uomini e case, capolavori dell'arte e sogni di una generazione. Le bombe continuarono a cadere sino alla fine dell'Aprile 1945.
Certo erano giorni terribili per tutti, i più terribili in quell'Italia del Nord occupata dai tedeschi, divisa e dilaniata dalla guerra civile. Quella Padova subì la violenza dei nazifascisti, le esecuzioni in piazza dei partigiani, le torture della banda del maggiore Carità.
In quella Padova era nato l'antifascismo veneto. In quella Padova la Chiesa aveva dato prove di solidarietà e coraggio. Don Giuseppe Lago e don Giuseppe Giacomelli furono uccisi a S.Giustina in Colle dai tedeschi. Il vescovo Carlo Agostini (ma soprattutto per l'opera di Padre Placido Certese che con un tranello fu preso e fatto morire alla Risiera di S.Sabba) offriva riparo nei conventi ad ebrei ed antifascisti. Una volta a Campo di Marte fece aprire i carri piombati per portare acqua ai prigionieri. Quando si ripresentò trovò i mitra spianati.
Questo è un documento e vuole restare tale. Serve per non far tramontare la memoria, per ricordare ai giovani quanto i loro nonni o i loro padri hanno sofferto, per far loro capire il peso e il significato dei tempi bui ai quali siamo scampati.
Le operazioni aeree
Fu subito chiaro, che a partire da quei giorni di settembre 1943, le azioni aeree si sarebbero presto estese a tutta la parte della penisola occupata dai tedeschi.
I bombardieri, che partivano dalle basi del Sud Italia ormai liberato, diedero inizio ad una lunga serie di bombardamenti pesanti sulle città capoluogo ma anche sui centri minori. Obiettivo primario i nodi e gli svincoli ferroviari, ma anche sugli stabilimenti che, in buona parte, erano stati militarizzati in quanto ritenuti essenziali nel complesso dispositivo bellico tedesco.
Qui in Italia era convinzione degli strateghi americani che i bombardamenti dovessero essere eseguiti solo di giorno e su obiettivi mirati che, purtroppo per la città, erano presenti in ordine sparso finanche nel centro storico.
La stazione ferroviaria e lo scalo nord tagliano in due il centro abitato, mentre la linea ferroviaria per Bologna passava ad ovest per lo scalo di Campo di Marte a ridosso di quartieri popolari. In Via Altinate aveva sede il Militar Kommandantur. In Prato della Valle il Platz Kommandantur. La scomparsa Zona Industriale era compresa tra la stazione ferroviaria, a nord, e la zona monumentale Eremitani-Scrovegni, a Sud, separate solo dal Piovego. Un'articolata rete di binari collegava le varie fabbriche: le Distillerie Italiane, la CLEDCA, il Gazometro. la ZEDAPA e la centrale SAMP per il pompaggio di gas metano. A nord, giusto oltre la ferrovia, in Via Ticino idepositi dell'AGIP, in Via Dalmazia l'Ind. Mole ed Abrasivi, i magazzini Raccordati, una fattispecie dell'attuale Interporto, e su Vicolo Portenari il deposito della ESSO. Le Officine C.Miazzo si trovavano in Via Piacentino e, sia pur piccole, quattro fonderie: La Peraro e la Greggio in Via P.Longhi, la Bedeschi in Viale Arcella e la Palladio in Via Perosi.
Inevitabile quindi il convolgimento nei bombardamenti di celebri monumenti e delle abitazioni civili.
Le incursioni più devastanti
Di seguito riportiamo le note di alcune delle 26 incursioni che interessarono la città di Padova e parte della provincia, e parecchie volte la zona di Cave, troppo vicina a Campo di Marte.
I bombardamenti di cui si dà notizia, poi trovano una puntuale conferma nei ricordi di Elio Maccato
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1° bombardamento, 16 Dic. 1943
Un'ora dopo il segnale d'allarme, 72 Fortezze Volanti B17 sganciarono oltre 20 tonnellate di bombe da 500 libbre in tre ondate successive nel periodo di 6 minuti.
La prima scarica si concentrò sul deposito locomotive e sugli svincoli ferroviari per Bologna, Milano e Castelfranco.Con la seconda ondata fu colpita la stazione centrale
dov'era in sosta l'accelerato Venezia-Bologna e molti passeggeri
perirono sotto le pensiline e nel sottopassaggio dove molti avevano
cercato rifugio.
La terza ondata investì l'area circostante
la stazione con gravi danni alle abitazioni civili, a depositi e
fabbriche. Molte le vittime tra i civili che, imprudenti, se ne
stettero col naso all'insù, ad osservare le formazioni degli
aerei incursori fino all'ultimo istante.
Bombardamento del 30/12/1943
Per la seconda volta
aerei quadrimotori U.S.A.A.F. hanno bombardato la città nell'arco
di pochi minuti.
Oltre il nodo di Porta Trento, la stazione
e la zona industriale che le gravitava attorno, bombe sono cadute
in Via Altinate dove, a Palazzo Camerini, aveva sede il Militar
Kommandantur; fu colpito e gravemente danneggiato il Tempio Ossario
della Pace. Subirono danni la fiera, il mercato coperto, il gasometro, fabbriche
grandi e piccole e naturalmente le abitazioni civili all'interno
della Zona industriale.
In questo caso le perdite di vite umane
furono minime poiché le famiglie avevano cominciato a sfollare
in campagna.
Bombardamento dell' 8 Feb. 1944
Ad iniziare dalla mezzanotte
e per quasi tre ore, formazioni di bombardieri inglesi hanno colpito
diversi punti della città illuminata a giorno da centinaia
di bengala. Contrariamente agli incursori americani, gli ordigni
esplosivi, frammisti a spezzoni incendiari, cadevano in ordine sparso
e quindi si rivelavano più pericolosi. Non lontano dal nodo Porta Trento-Stazione, fu
colpito in pieno il cinquecentesco bastione "Impossibile",
detto di Raggio di Sole dove avevano cercato rifugio circa 500 persone.
Le vittime furono circa 400.
Bruciò un deposito della Pirelli
in via Giotto causato dagli spezzoni incendiari che sprigionavano
temperature di 1500-2000°. Danni un pò ovunque alle abitazioni
civili.
Bombardamento dell'11 marzo 1944
111 Fortezze Volanti
B17 hanno attaccato la città per la quarta volta. Le foto
del bombardamento scattate dalle terrazze della Clinica Dermatologica
mostrano le sequenze delle esplosioni che muovendo dallo scalo di
Campo di Marte, lungo i binari avanzano su Porta Trento e, piegando
a destra raggiungono la stazione centrale.
Al limite dell'allora Zona industriale,
appena al di là del Piovego, viene colpita la chiesa degli
Eremitani e viene distrutto il ciclo degli affreschi del Mantegna.
Sulla direttrice: Via savonarola, Riviera
S.Benedetto, Riviera Paleocopa furono colpite una caserma di Fanteria
(ora Collegio Universitario S.Marco), il 20° Artiglieria a S.Benedetto
(Chiesa distrutta), la Sussistenza e il V° Contraerea (oggi
caserma Piave).
Bombardamento del 22-23 Marzo 1944
Bombardieri inglesi della R.A.F. si sono avvicendati nella notte con le stesse modalità del bombardamento dell'8 Febbraio.
Bombe sparse, nel tentativo di colpire il Comando SS e SA che aveva sede nella ex Casa della Giovane Italiana, in Via A.Diaz. Data la vicinanza con lo scalo di Campo di Marte è stata danneggiata la facciata del Cimitero Maggiore e l'angolo dell'Ospedale Psichiatrico, prossimo anche all'aereoporto che i tedeschi avevano attivato. Fu gravemente colpito il Duomo mentre l'artistico Battistero fu leggermente lesionato.
Bombardamento del 14 Maggio 1944
Fu uno dei più violenti attacchi concentrato sullo scalo ferroviario di Campo di Marte, cui fanno riferimento le foto scattate subito dopo dai ricognitori Fu una vera e propria tempesta di bombe che in alcuni casi superavano le 1000 lb. (500 kg).Quel giorno, per il solito discorso di aerei fuori rotta, andò distrutta la Chiesa di S.Leopoldo a S.Croce. Furono prese di mira anche le chiuse di Voltabarozzo che, se colpite, avrebbero provocato disastrosi allagamenti.
Anche in questo caso si trattò di un attacco concentrato nel tempo con l'impiego di oltre 100 fortezze volanti B17. |